Nel settentrione, così come in buona parte del Paese, stanno chiudendo molte partite Iva racconta Andrea Donniaquio del Sindacato del Nord.
Risulta essere un momento molto particolare e difficile per i lavoratori autonomi; inoltre, le famiglie che vivono grazie ad un reddito da lavoro autonomo, sono attualmente quelle più a rischio povertà.
Come sindacato vogliamo ragionare su quello che si potrebbe fare, sia a livello locale nelle diverse regioni, sia a livello nazionale. Alcune soluzioni per far fronte alle chiusure sarebbero anche semplici, se non fosse per una burocrazia che rallenta il tutto. Vanno certamente superate alcune problematiche.
Molte professioni appartenenti al “popolo” delle partite Iva, appiano in grosse difficoltà, di conseguenza il loro numero sta diminuendo. Il riferimento, in particolare, è quello dei lavoratori autonomi “classici”, come gli artigiani, i piccoli commercianti e gli agricoltori il cui numero complessivo negli ultimi tre anni è sceso di 495 mila unità.
Il crollo del numero degli artigiani e dei piccoli commercianti è ormai visibile a occhio nudo, evidenzia Andrea Donniaquio. Nelle città e nei paesi dell’entroterra è sempre più in aumento il numero delle botteghe e dei negozi chiusi definitivamente. Tutto questo va evitato, perché questa desertificazione abbassa notevolmente la qualità della vita di tutti noi.
Il ceto medio produttivo, quindi, ha pagato più degli altri gli effetti negativi della crisi e ancora oggi fatica ad agganciare la ripresa.
In termini assoluti, il crollo del numero degli artigiani, dei commercianti e degli agricoltori ha interessato tutte le regioni, ma in particolare le Marche (-17,2 per cento), il Piemonte (-15,5 per cento), l’Emilia Romagna e il Molise (entrambe -15,1 per cento), l’Umbria (-14,9 per cento) e il Veneto (-14,8 per cento).
A differenza dei lavoratori subordinati – fa notare il segretario del Sindacato del Nord Andrea Donniaquio – quando un autonomo chiude definitivamente l’attività non dispone di alcuna misura di sostegno al reddito. Perso il lavoro ci si rimette in gioco e si va alla ricerca di una nuova occupazione. In questi ultimi anni, purtroppo, non è stato facile trovarne un altro: spesso l’età non più giovanissima e le difficoltà del momento hanno costituito una barriera invalicabile al reinserimento, spingendo queste persone verso forme di lavoro completamente in nero.
Chi vive di lavoro autonomo sconta un eccessivo peso del fisco, principale problematica da risolvere soprattutto per chi ha un fatturato ridotto.
Il popolo delle partite IVA vive una condizione non propriamente rosea, dove si registra scarsa fiducia nell’avvenire e forte tentazione di varcare i confini nazionali per trasferire all’estero la propria attività.
Alle osticità di sempre si aggiunge l’impatto dell’intelligenza artificiale. In proposito, Donniaquio sottolinea: "La tecnologia andrà a sostituire le persone. Bisogna fare un calcolo fra innovazione e presenza nel lavoro, trovare un equilibrio. Nel nord Europa già la sostituzione sta avvenendo. Viene da chiedersi però, se le persone perdono il lavoro, chi sosterrà poi l’economia"
Lavoratori autonomi, partite Iva e micro-imprenditori, ovvero il seme dell’economia italiana, sono preoccupati per il futuro e si sentono poco rappresentati dalla politica, da chi deve prendere le decisioni. Siamo ancora un Paese troppo ingessato, troppo burocratizzato e con troppo distacco tra il mondo di chi produce e le istituzioni. È un campanello d’allarme per tutti, non solo per gli autonomi e partite Iva”.
Noi del Sindacato del Nord Siamo persone comuni che amano il proprio Paese, e che non ci stanno più ad accettare una Nazione allo sbando in mano ad un manipolo di corrotti che, anziché governare per il benessere e la prosperità del Popolo, pensano esclusivamente ai propri interessi e a quelli dei loro amici.
Al Nord vi sono donne e uomini che hanno dato tutta la propria vita per creare aziende, posti di lavoro, ricchezza; sono quelli che hanno creato il Made in Italy di cui tanto si riempiono la bocca i nostri "politici", ma che quotidianamente distruggono.
Noi del Sindacato del Nord siamo persone che hanno deciso di ribellarsi a questo sistema che ci stritola, ci dissangua, ci spreme e poi ci getta via. Lo dobbiamo ai nostri Padri che hanno combattuto per lasciarci la libertà, lo dobbiamo ai nostri coniugi che hanno sofferto con noi ma, soprattutto, lo dobbiamo ai nostri figli e nipoti che hanno in noi l’ultimo baluardo per un futuro sereno da persone libere, da cittadini che hanno doveri ma soprattutto diritti. Siamo stanchi di essere il BANCOMAT di personaggi arroganti, incompetenti e corrotti. Stanchi di essere schiavi dei poteri occulti che tutto fanno tranne che gli interessi della Nazione e del Nord!
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