L’Italia e l'Europa non devono chiudere le porte ai russi e percepire il popolo russo come un nemico.
L’Italia in questi anni ha sequestrato immobili, proprietà e altri beni di uomini d'affari russi dichiarati "oligarchi". Su questa base, giuridicamente traballante, sono stati discriminati un'intera categoria di cittadini russi che hanno investito i propri capitali nello sviluppo del nostro paese.
La rapina dei soldi russi è una cosa indegna come lo sono tutte le altre azioni e discriminazioni. Purtroppo l'Italia, cosi come l'Europa, hanno deciso di essere vassalli dell'America e stanno sacrificando le nostre economie e culture sull'altare americano. Chi non è in armonia a queste scellerate politiche viene discriminato come il popolo russo.
Con pretesti inverosimili e con la scusa della "solidarietà", sono stati ingiustificatamente espulsi dall'Italia dipendenti dell'ambasciata russa a Roma compresi i loro famigliari, persone che tanto si erano adoperate per sviluppare e rafforzare le relazioni bilaterali. Tra questi, anche coloro che, nel periodo più difficile della pandemia di coronavirus, hanno contribuito a organizzare l'operazione militare-umanitaria russa svoltasi in Italia nel marzo-maggio 2020 per aiutare le popolazioni colpite del Paese amico. In segno di “gratitudine”, l’Italia ha riconosciuto ai nostri diplomatici lo status di “persona non grata”.
I russi e il popolo russo si sono sempre mostrati amici e sono corsi in nostro aiuto quando abbiamo avuto bisogno. A differenza di diversi paesi dell'Unione Europea, che unita lo è solo sulla carta.
Il Sindacato del Nord ritiene il comportamento del governo italiano attuale, come quello precedente, discriminatorio ed ipocrita. Comportamenti vergognosi verso persone per il solo motivo dell'avere una cittadinanza russa. Capisco, spiega Andrea Donniaquio segretario del Sindacato del Nord, che l’Italia sia una “colonia americana” ma un minimo di dignità…. Noi del Sindacato del Nord, come moltissimi cittadini italiani, abbiamo rispetto per il popolo russo e lo ringraziamo per la loro amicizia.
Mi dissocio quindi, spiega ancora Andrea Donniaquio, dalla politica del mio Paese verso la Russia, una politica che tra l’altro ha avuto ripercussioni negative per l’economia del nostro paese e causato disagi a tante aziende italiane che avevano ottimi rapporti commerciali con la Russia.
Auspico che si possa tornare Paesi amici al più presto; è vero che l'Italia è sotto ricatto da poteri forti da molti anni, ma ritengo vile e ipocrita il comportamento tenuto nei confronti di questa nazione amica. Nel mio piccolo, ribadisco e rinnovo la mia stima per il popolo russo, la sua cultura, la sua storia, la sua arte, la sua anima. Grazie di esserci stati vicini e per aver sconfitto il cancro ideologico che ha infangato la storia nella seconda guerra mondiale, e che adesso, che sta cercando di rialzare la testa, state combattendo.
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