Roma, la torta generalizzata fatta di politici e sindacati che da anni governano il nostro Paese, ha creato i presupposti fallimentari per il sistema economico nazionale, in particolare quello del Nord da sempre considerato la locomotiva economica del Paese.
Troppe tasse e burocrazia stanno schiacciando i nostri imprenditori e le nostre famiglie.
Il segretario del Sindacato del Nord Andrea Donniaquio spiega come non sia una questione di centro-destra o centro-sinistra, ma di scelte politiche errate che hanno condizionato negli anni l'andamento economico-sociale, mettendo in seria difficoltà imprenditori, lavoratori e cittadini: i nostri giovani per poter avere salari dignitosi e formare una famiglia sono costretti ad andare all'estero!
Recenti dati ISTAT sulla povertà in Italia hanno messo in evidenza un aumento nel Nord, soprattutto Ovest, legato al costo della vita in crescita e agli affitti.
La presenza di cittadini extracomunitari influisce sul mercato immobiliare, penalizzando ad esempio il ceto medio milanese.
La situazione economica rischia di compromettere la crescita futura, tra l'altro, nel Nord sono molte le aziende che chiudono mettendo a rischio posti di lavoro.
Nonostante l'ago della bussola dell'attuale governo della Repubblica sia decisamente orientato verso il centro-sud, qualche certezza si è ormai venuta consolidando al Nord: molti cittadini e lavoratori del settentrione politico rivendicano l'autonomia delle proprie terre, vogliono ridare voce al Nord chiedono maggiore sostegno alle aziende locali e incentivi per creare nuova occupazione.
Con l'inizio del nuovo anno sono previsti rincari per luce, gas, pedaggi autostradali e altri settori cruciali, insomma nuove stangate per le famiglie….e aumento irrisori per i pensionati.
Come Sindacato del Nord non possiamo assistere inermi a questo tracollo: il Nord deve tornare a “ruggire” facendo aggregazione tra i padani desiderosi di attivarsi verso l'obiettivo ambizioso di restituire alla propria terra quella libertà di iniziativa economica, sociale ed istituzionale che le manca ormai da troppo tempo e che sembra essere divenuta indispensabile a fronte delle sempre maggiori difficoltà di funzionamento dello stato concentrato.
Il Sindacato del Nord, spiega il segretario Andrea Donniaquio, esiste poiché oggi non c'è più nessuno che difende i lavoratori del Nord, gli imprenditori del Nord ei pensionati del Nord.
L'attuale governo pensa di investire miliardi (15) in progetti superflui come lo stretto di Messina, che non porterà nessuno sviluppo, ma finirà per prosciugare le risorse economiche destinate al meridione trasferendole nelle casseforti dei soliti noti che da anni saccheggiano le casse pubbliche e distruggono i territori con opere finalizzate solo al loro arricchimento . Noi suggeriamo di investire quelle risorse per aiutare le famiglie in difficoltà, ad oggi sempre più numerose.
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